Il territorio attraversato dal Cammino di Don Bosco vanta numerosi prodotti tipici ed artigianali: alcuni sono riconosciuti dalla Regione Piemonte come Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), in quanto contraddistinti da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo. Numerosi di questi PAT fanno parte del Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino. Particolarmente qualificata anche la produzione di vini, con le Denominazioni di Origini Controllate Freisa di Chieri, Freisa d’Asti e Collina Torinese. In questa sede, che evidentemente non consente una trattazione esaustiva di una base produttiva così estesa sul territorio, ci si è limitati ad una sintetica descrizione delle produzioni e elencazione dei produttori.
I prodotti ortofrutticoli
Il Cardo bianco avorio di Andezeno
Tipica verdura autunnale, indispensabile ingrediente da accompagnare alla “bagna caoda”, il Cardo di Andezeno ha foglie strette, frastagliate e particolarmente tenere. Raccolto dalla metà di agosto fino alle prime gelate, viene legato in mazzi conservati diritti in buche praticate nel terreno, prolungando in tal modo la commercializzazione da fine agosto fino al mese di marzo. La tecnica colturale prevede la pratica dell’imbianchimento, che viene effettuata sia rincalzando la terra fino a due terzi della pianta, sia avvolgendola con paglia o carta dopo aver proceduto alla sua legatura così da impedire la formazione di clorofilla -in conseguenza della mancanza di luce- e le parti eduli risultano bianche, tenere, croccanti e dolci.

La Cipolla Piatlina Bionda di Andezeno
I terreni sciolti e leggeri di Andezeno rappresentano un habitat ideale per la coltura della cipolla. La coltivazione secolare e l’accurata selezione aziendale ha dato luogo a ben 4 ecotipi locali (cipolla piatta o Piatlina, cipolla bianca, cipolla ramata e cipolla viola). La cipolla Piatlina ha epidermide dorata, sapore dolce, polpa tenera che la rende rapida da cucinare – il modo migliore per gustarla è al forno, specialmente ripiena- e si fa apprezzare per la lunga conservabilità, fino alla primavera inoltrata dell’anno successivo. Raccolta a mano a cavallo dei mesi di luglio ed agosto, quando le piante giunte a maturazione piegano al suolo la parte aerea. I coltivatori hanno dato vita all’Associazione Produttori della Cipolla Piatlina Bionda di Andezeno e a seconda domenica del mese di ottobre si svolge ad Andezeno la Sagra del Cardo e della Cipolla Piatlina.

Faranda Luca – strada della Rezza, 64 (Cardo bianco avorio, Cipolla Piatlina)
F.lli Gunetti – Via Regina Elena 1 – Tel 338 3998287 (Cardo bianco avorio, Cipolla Piatlina)
Gaschino Alberto – via San Rocco 19 (Cardo bianco avorio)
Listello Luigino – via Chieri 47 – Tel 338 8395265 (Cardo bianco avorio)
La Fragolina nera di Rivodora e le Pesche di vigna di Baldissero
La fragolina di Rivodora, caratterizzata da due ecotipi (fragolina di bosco oblunga rossa e fragolina tondeggiante nera alla maturazione) è ormai coltivata solo per consumo familiare e non è più reperibile per i consumatori.
Anche le Pesche di vigna (Limunin, Pesca del vino e Persi limun servai), in passato tipiche delle zone collinari di Baldissero dove i peschi erano coltivati in coltura promiscua nei vigneti, sono praticamente introvabili per i consumatori vista l’esiguità delle produzioni.
Le Ciliegie di Pecetto
Ciliegie di Pecetto è un marchio registrato che include varietà di ciliegie sia antiche che di recente introduzione coltivate -con tecniche colturali generalmente ecocompatibili o biologiche- in un areale di produzione che va da Pecetto Torinese a Sciolze. Rientrano nel marchio sia ciliegie a polpa tenera, ottime da tavola ma anche utilizzate per produrre confetture, composte, sciroppate ed il famoso liquore locale “Ratafià”, sia le ciliegie duracine a polpa più croccante (tra cui il famoso il graffione bianco conservato sotto spirito) , sia le Amarene di Trofarello . Tutte le informazioni sulle antiche cultivar e sui produttori sono disponibili sul sito dell’Associazione di Frutticoltori della Collina Torinese FACOLT (www.ciliegiedipecetto.it).
Le ciliegie sono celebrate in occasione della Camminata tra i ciliegi in fiore (aprile) e con la Festa delle Ciliegie (prima domenica di giugno), che conta ormai 107 edizioni.
Per conoscere le aziende produttrici consultare il sito www.ciliegiedipecetto.it.

La Susina Purin-a di Pavarolo
Coltivata a Pavarolo, in particolare nella frazione di San Defendente- è chiamata anche “Susina di San Giovanni”, nome con cui è stata inserita nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Regione Piemonte tra le Susine della Collina Torinese. Il nome Purin-a è un richiamo alla parola pura e sta ad indicare sia la spiccata rusticità della pianta, tale da richiedere pochissimi trattamenti, sia il fatto che non richiede innesto poiché -essendo molto pollonifera- risulta molto facile moltiplicarla per ceppaia. Dal color vinoso più o meno chiaro, precoce, di piccola pezzatura, dolce e gustosa, è molto apprezzata dai consumatori.

Le Zucche di Andezeno e di Sciolze
L’areale di Andezeno si è dimostrato ideale per la coltura delle zucche, come dimostrato dall’azienda di Alessandro Menzio (corso Vittorio Emanuele II, 69 – Tel 011 9434458) che ha fatto della zucca una coltura specializzata, con circa 800 varietà. Anche il territorio di Sciolze è particolarmente vocato per quest’ortaggio, che viene celebrato la prima domenica di ottobre in occasione della Sagra della Zucca di Sciolze.
Il Tartufo bianco delle colline torinesi
I tartufi, funghi che si sviluppano a profondità variabile e che vivono in simbiosi con querce, pioppi, salici, tigli, olmi, carpini, betulle, ontani, noccioli e castagni, trovano nella collina torinese un habitat idoneo. Dal color tendente al beige, hanno forma tondeggiante globosa, con una parte interna di colore che varia dal latte al rosa intenso ed è percorsa da venature bianche molto ramificate e si caratterizzano per il profumo pronunciato, piacevolmente aromatico. Particolarmente apprezzate sono le produzioni delle colline di Rivalba, che celebra il tartufo la seconda domenica di novembre, con la Mostra mercato del Tartufo delle colline torinesi.
I vini
I vini D.O.C. Freisa di Chieri, Freisa d’Asti e Collina Torinese
Il Freisa, vitigno tipicamente piemontese, ha una storia documentata di almeno 500 anni.. La sua presenza nei territori del Monferrato e della collina torinese è sicuramente precedente, ma con altri nomi a indicare l’uva locale. La sopravvivenza della viticoltura e dell’arte enologica alle invasioni barbariche che seguirono la caduta dell’Impero Romano si deve soprattutto ai monaci che tramandarono la coltivazione della vite e la produzione di vino, richiesto per la celebrazione dell’Eucaristia. Per la Freisa e le altre uve di questo territorio compreso tra il Po e il Monferrato tale ruolo spetta ai monaci Agostiniani della Canonica di Vezzolano che ne diffusero poi la coltivazione nel circondario. Tra il 1600 e il 1700 proliferarono le proprietà borghesi e nobiliari, che con terreni vitati e cantine per la vinificazione assicurarono il fabbisogno della famiglia. Questi vigneti, coltivati molto probabilmente a Freisa, sono nominati negli atti pubblici “vinee ultra padum”, cioè le vigne oltre il Po; vigne diventa anche il nome delle proprietà, col tempo poi denominate ville. La più nota è la Vigna della Regina di Madama Reale Cristina di Francia, la cui attività produttiva storica è stata riattivata nel 2008.
In passato conosciuto come vino dolce o vivace, il Freisa si è ormai affermato come vino secco. La Denominazione di Origine Controllata Freisa di Chieri è riservata al vino rosso rubino, -dal profumo delicato che ricorda il lampone- ottenuto dalle uve del vitigno autoctono piemontese Freisa, nelle due tipologie secco (gradazione alcolica minima di 11% vol., da consumare con antipasti, agnello, capretto e carni bianche) e amabile (7% vol., adatto ad accompagnare i dessert). Nella versione Freisa superiore viene invecchiato un anno. La denominazione Freisa di Chieri può essere altresì utilizzata per le tipologie spumante e frizzante, ottenuti mediante rifermentazione degli zuccheri naturali residuati nel vino.
Dal 1999 la DOC Collina Torinese valorizza altri classici vitigni della collina: vini quali il Collina Torinese Rosso (gradazione alcolica minima di 10,5%, vino da pasto), il Collina Torinese Barbera (10,5%, vino per accompagnare carni e formaggi), il Collina Torinese Bonarda (10,5%, vino da pasto), il Collina Torinese Malvasia (10%, vino da dessert) e il Collina Torinese Cari o Pelaverga (10%, vino da dessert).
Per saperne di più si rimanda al sito del Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle D.O.C. Freisa di Chieri e Collina Torinese (www.freisadichieri.com).

ll vino D.O.C. Collina Torinese Cari o Pelaverga
Il vino Collina Torinese Cari o Pelaverga (gradazione alcolica minima 10% vol) -apprezzato dalle famiglie aristocratiche fin dal 1600 per le proprietà afrodisiache che gli venivano attribuite- è prodotto nei territori di Baldissero T.se, Montaldo T.se e Pavarolo ed ha colore cerasuolo e sapore dolce, con il profumo fragrante dell’uva di origine. Va consumato in accompagnamento al dessert, a temperature di 12-14°C. A Baldissero l’uva Cari è ancora reperibile in vendita diretta presso l’azienda agricola G. Paletto (strada Valle Ceppi 3 – Tel 339 8437655).

ll vino D.O.C. Albugnano
L’ Albugnano D.O.C. viene prodotto dal vitigno Nebbiolo nei territori di Albugnano, Castelnuovo Don Bosco, Passerano Marmorito e Pino d’Asti, dove le colline superano i 400 metri, più alte rispetto all’area nord-astigiana.
I suoli di produzione poggiano su marne mioceniche e sono di colore chiaro, di medio impasto, anche se i terreni a livello superficiale presentano a volte affioramenti tufacei alternati a percentuali sabbiose più evidenti. Il mosaico di terreni è uno dei fattori differenzianti dei vini, un altro sono i versanti, quelli più interessati sono due: il primo -che confina con Castelnuovo Don Bosco- è più ampio e vitato mentre il secondo -verso Berzano San Pietro- è invece più boschivo, con pendenze spesso elevate dove i vigneti occupano i versanti meglio esposti.
Boschi e altitudine contribuiscono a rinfrescare il clima, rendendolo favorevole alle esigenze del vitigno Nebbiolo, che matura qualche giorno prima rispetto ad altri territori.
I vitigni che possono entrare nell’Albugnano sono il Nebbiolo per un minimo dell’85% e, fino al 15%, la Bonarda Piemontese, la Barbera e il Freisa, tradizionalmente diffusi nell’area. L’Albugnano DOP si presenta di colore rosso rubino oppure rosato. La prima tipologia può presentare la menzione Superiore se sottoposto a un invecchiamento non inferiore a un anno, a partire dal primo gennaio successivo all’annata di produzione delle uve, di cui almeno sei mesi trascorsi in botti di rovere. Nel 2018 è nata l’Associazione Albugnano 549 -che derriva il nome dall’altitudine di Albugnano- con l’obiettivo di promuovere l’identità enologica, storica, culturale e ambientale di questo vino (www.albugnano549.it).
Il Vermouth
Tipico prodotto torinese a gradazione alcolica non superiore a 18%, consistente in un vino aromatizzato all’assenzio che conferisce il caratteristico sapore amaro. Viene preparato a Pessione (Chieri) a partire da vini bianchi moscati, alcool, zucchero di canna aggiungendovi un alcol aromatizzato.
I prodotti di panificio, biscotteria, pasticceria e confetteria
I Gianduiotti di Torino
Tipici cioccolatini torinesi, alla caratteristica forma a barchetta rovesciata, composti da un impasto a base di cacao, zucchero e nocciole tonde gentili del Piemonte, tostate e tritate.
I Grissini Rubatà del Chierese
Il Rubatà, autentico grissino chierese, nasce nel XVII secolo da un’intuizione di Don Baldo Pecchio, medico alla corte dei Savoia, incaricato dalla Madama Reale di curare il figlio Vittorio Amedeo II Duca di Savoia, cagionevole di salute. Il medico ritenne che il pane consumato fosse poco cotto, ragion per cui s’ingegnò per un pan grissino croccante digeribile ed assimilabile. La guarigione del Duca battezzò il successo e la fortuna di questo prodotto -leggero e friabile- diventato un’eccellenza del territorio chierese. Grissini leggeri e friabili – il cui nome deriva dal dialetto e significa caduto– a ragione della tecnica di preparazione, richiamando il gesto che fa il panificatore nel prenderli sulle punte appena stirati a mano e nel rivoltarli, facendogli fare un giro completo con i pollici a palme unite e lasciandoli cadere sul tavolo onde compattarne l’impasto. Preparati con farina di frumento tipo 00, acqua, lievito, sale ed eventualmente grassi (olio, strutto) ottenendo grissini irregolari lunghi 40-50 cm e che recano impresse sulla superficie le impronte delle dita. La cottura in forno a legna richiede 7-8 minuti. Acquistabili in quasi tutte le panetterie di Chieri e del circondario, al pari dei Grissini stirati torinesi, preparati con farina di frumento tenero tipo 00, acqua, lievito, malto, sale ed eventualmente grassi. Le liste d’impasto vengono allungate manualmente, ottenendo grissini lunghi fino a 100 cm, che assumono alla cottura un bel colore dorato.

La Focaccia di Chieri
Prodotto dolciario preparato a partire da farina di frumento tipo 0, burro, zucchero, uova, latte, sale e lievito di birra. A lievitazione naturale, coperta da una glassa di zucchero , viene preparata tutto l’anno. E’ possibile degustarla in quasi tutte le pasticcerie di Chieri. Queste propongono inoltre vari prodotti di confetteria quali I Baci di Chieri e le Genzianelle, (deliziosi bocconcini di cioccolato ripieni di creme), gli Umbertini profumati al fiore d’arancio -con il cioccolato che fa da ripieno a due delicate guance-che fanno risalire la loro storia al Principe Umberto e i Cioccolatini Don Bosco all’assenzio, creati in occasione del bicentenario della nascita di S. Giovanni Bosco.

Tra i prodotti di pasticceria merita ricordare la Torta Tast-mi prodotta dall’Antico forno a legna di Marentino (Via Parrocchiale 8 – Tel 011 9435060) e la Torta di nocciole, molto fragrante prodotta a Villanova d’Asti, con nocciole, uova e zucchero senza utilizzare farina.
Panetteria L’antico forno a legna – via Parrocchiale 8 – Tel 011.943.5060 – lanticoforno1898@yahoo.it
Apprezzato produttore artigianale di grissini Rubatà e della Torta Tast-mi, a base di nocciole e miele del territorio
I Prodotti di origine animale
La carne della razza bovina Piemontese
Particolarmente apprezzata dai consumatori è la qualità della carne dei vitelloni della coscia e dei buoi di razza bovina Piemontese grazie alla tenerezza, al sapore e alla scarsa presenza di grasso che consentono di ottenere ottime preparazioni culinarie da tutti i tagli. In particolare il territorio di Riva presso Chieri è caratterizzato da una fiorente attività zootecnica, con allevamenti di bovini e suini, che viene celebrata la prima domenica di settembre in occasione della Fiera zootecnica che mette in mostra il meglio degli allevamenti rivesi.

La Gallina Bionda piemontese
Razza da allevamento estensivo, la gallina bionda piemontese (nota anche come Bionda di Villanova o delle Crivelle) razzola nei prati ed è alimentata con granaglie. Ottime le carni, per la miglior consistenza, un tenore più basso di colesterolo e la colorazione più accentuata rispetto a quella degli animali allevati in modo intensivo.
Il Miele di Marentino
Il miele -dolcificante più diffuso fino alle soglie dell’età moderna- assume colore, odore e qualità organolettiche diverse a seconda del tipo di fiori visitati dalle api. Particolarmente pregiato quello delle colline. Marentino, eletta città del miele nel 2007, ogni anno organizza la Fiera Regionale del Miele (www.fieramielemarentino.com/Apicoltori.html), evento interamente dedicato al miele e al lavoro degli apicoltori, che accoglie visitatori da tutto il Piemonte. Famosa anche per i rebus, Marentino ha strutturato un apiario sperimentale utile alle attività didattiche e aperto a chi intende conoscere il mondo del miele e l’affascinante società delle api.
Apicoltura Azienda agricola La Contea (mieli biologici -castagno, millefiori, melata di bosco- e altri prodotti dell’alveare come la cera per mobili) – via Regione Aprà, 3/2 – Marentino – Tel 348 1735797 www.lacontea-bio.it
Apicoltura Enzo Vettorato – strada Rocche 5 – Marentino – Tel 349 5854096 – api.vettorato@libero.it
Apicoltura Luca Torre – strada di Serra 5 – Marentino – Tel 328 6183758 – messermiele@libero.it
