Andezeno conta circa 2.100 abitanti e dista 20 km da Torino.
La prima memoria scritta di Andezeno, insediamento di probabile origine preromana, risale al 992 in un diploma di conferma ai monaci dell’Abbazia di Breme -già della Novalesa- di molti possessi tra cui Andesellum. Nel 1234 i Conti di Biandrate – alleati del Marchese di Monferrato- divennero signori anche in Andezeno, fatto che li portò in contrasto in contrasto con il libero Comune di Chieri. Seguirono diversi anni di conflitti che si conclusero nel 1290 con la vendita della Signoria ai Chieresi.
Parzialmente distrutta dall’esercito spagnolo al fine di scacciare i Francesi che l’avevano occupata e minacciavano Chieri, venne infeudata dai Savoia ai suoi cittadini, con il diritto di ricostruzione del luogo e di ogni altro loro avere. Successivamente vantarono diritti feudali i Conti Balbiano e altri nobili locali. Con l’occupazione napoleonica venne inserito nel Dipartimento del Po e fece parte del Distretto di Riva presso Chieri fino all’unità d’Italia.
La Torre campanaria, un tempo torre di difesa dell’antico “castrum“. Il nucleo originario del castello, di cui restano poche tracce, risale al XII secolo e risulta quindi arduo stabilire se si trattasse di un castello o solo di una fortificazione con relativa cinta muraria attorno alla Rocca.
La Chiesa cimiteriale di San Giorgio (XII secolo) rientra nella tipologia delle pievi romaniche del Monferrato, passate nel corso dei secoli da chiese parrocchiali a cimiteriali. Edificio a pianta rettangolare, a navata unica, dall’interno molto semplice e privo di arredi. Della struttura originaria romanica sopravvivono l’abside semicircolare e la parete a sud, in cui furono riutilizzati laterizi e marmi di epoca romana; è ancora possibile osservare in una stele funeraria le code incrociate di due delfini.
Sul colle che domina Andezeno si trova la Chiesa parrocchiale di San Giorgio, imponente edificio barocco in mattoni a vista terminato nel 1759 -a navata unica rettangolare con sei cappelle- opera dell’architetto Giovan Battista Casasopra, allievo del Vittone. L’altare maggiore custodisce in un’urna di legno il corpo di Santa Giustina, protettrice dei frutti della terra. Gli affreschi della volta (1853 e 1859) sono opera dei pittori torinesi Luigi e Rodolfo Morgari.
Luoghi di interesse
La Chiesa dei Batù o della Confraternita di S. Marco, consacrata nel 1604, dalla semplice facciata suddivisa in due ordini sovrapposti e con un timpano quadrangolare.
La Cascina Fruttera, residenza estiva dal diplomatico di Casa Savoia Joseph De Maistre (1753-1821), possedimento medioevale dell’Abbazia della Fruttuaria di San Benigno Canavese, è oggi un cascina lineare a corte chiusa risalente al XVII- XVIII secolo.
Villa Simeom, costruita alla fine del XVIII secolo , con oltre sette ettari di parco e seicento metri quadri di sale d’epoca originali, fu in passato palazzina di caccia, residenza estiva e rifugio sicuro. Residenza per generazioni della famiglia Simeom, vi vennero raccolte e archiviate le più importanti testimonianze della storia subalpina contenute nell’omonima collezione grazie dovuta alla competenza e alla dedizione di Silvio Simeom, oggi custodita e consultabile presso l’Archivio Storico di Torino. Il Salone delle feste, collocato al centro della Villa, interamente affrescato e caratterizzato da un’acustica impeccabile e da un soffitto alto oltre 12 metri, nacque per ospitare serate danzanti e concerti classici (www.villasimeom.it).
Sulle tracce di Don Bosco
Don Bosco ad Andezeno
La Cascina Fruttera di Andezeno, tenuta agricola di origine medievale, venne fondata dall’Abbazia di San Benigno di Fruttuaria -da cui deriva il nome Fruttera- per la gestione delle proprietà terriere che l’abbazia stessa deteneva nella zona. È una vasta cascina a corte chiusa (completata anche da un edificio padronale e da una cappella) posta a mezza costa della collina di Andio, poco discosta dalla antica strada de Paneis (ora strada della Rezza) che collega Chieri, attraverso il colle di Bardassano, alle rive del Po nei pressi di Castiglione Torinese. La Fruttera appartenne al casato dei de Maistre dal 1820 al 1873. Nel corso di questo periodo sono da ricordare le visite che vi fece don Bosco, un «santo escursionista», come documentano i numerosi itinerari da lui percorsi a piedi attraverso le colline del Piemonte e di cui la Fruttera fu una delle tappe. Il fondatore dei Salesiani vi andò una prima volta nell’estate del 1856 e poi vi tornò nuovamente nell’autunno 1857, ospite della famiglia di Rodolfo de Maistre, insieme ad alcuni allievi dell’Oratorio di Valdocco. Don Giovanni Battista Francesia, che accompagnò don Bosco in molte delle sue passeggiate autunnali, riportò la tappa andezenese nella raccolta di ricordi intitolata “Don Bosco e le sue passeggiate autunnali nel Monferrato”, dove l’incontro fra il futuro Santo e la famiglia de Maistre è descritto con dovizia di particolari e gustosi aneddoti.