Cambiano conta oltre 5.900 abitanti e dista 21 km da Torino. Paese di antiche origini, il rinvenimento di tracce di un antico edificio romano e di alcune monete di bronzo fa supporre che la zona fosse abitata già dal III secolo d.C. Nel Medioevo la sua storia si interseca con quella di Chieri, con sottomissione ai Savoia-Acaja nel 1347. Nel XIV secolo venne costruito il Ricetto, fortificazione medioevale a cui si accedeva tramite due porte, una delle quali è ancora visibile. I Savoia vi estesero il proprio dominio tra il 1500 e il 1600 e numerose furono le distruzioni nel corso dei secoli, aggravate dalla peste del 1630. Occupata dai Francesi dopo il 1640, fu annessa all’Impero Napoleonico e ritornò ai Savoia nel 1815. Oltre ad essere colpito dalla peste nel 1630, il territorio di Cambiano fu in quegli anni teatro di scontri cruenti. Le guerre di successione si susseguivano e nel periodo della guerra dei trent’anni, vinta la battaglia nei pressi de La Rotta di Moncalieri-Villastellone, le truppe francesi saccheggiarono tutti i paesi limitrofi e si accamparono a Cambiano. Durante il periodo che seguì, il territorio di Cambiano passò varie volte di mano: marchesi, contesse e cavalieri si susseguirono, per essere nuovamente francese durante l’impero napoleonico. Con la nascita del Regno d’italia Cambiano entrò in una fase di sviluppo, con costante crescita della popolazione, grazie all’arrivo di molti lavoratori attratti dalle opportunità di impiego nell’industria tessile e nelle fornaci.

Luoghi di interesse

La Parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio, riedificata nel ‘600, con la facciata rimaneggiata nel 1740 su progetto del Vittone. La Torre-porta dell’Antico Ricetto (detta anche porta stellina, risale al XIII secolo e consentiva l’accesso alla piazza, l’attuale Via Compajre, che era l’unica via spaziosa trale mura), la sede della Società Operaia di Mutuo Soccorso (casa natale del pittore e Senatore del Regno d’Italia Giacomo Grosso), la Sala Consiliare del Palazzo Municipale, con le opere degli artisti cambianesi Giacomo Grosso, Lorenzo Vergnano e Onorio Mosso e dei contemporanei Ferruccio d’Angelo, Giovanni Borgarello e Cesario Carena, il Cimitero con la scultura funeraria  della tomba “Bert Nevissano” realizzata da Lorenzo Vergnano.

Pista ciclopedonale Cambiano-Pecetto Torinese. La pista ciclopedonale che unisce Cambiano alla frazione Madonna della Scala e da qui -con un collegamento ad anello- verso il comune di Pecetto, fa parte dei percorsi di “Pistaaa: La Blue Way Piemontese”, una ciclovia per realizzare nel territorio di Collina Torinese, Chierese, Pianalto e Basso Monferrato una serie di collegamenti ciclopedonali tra i diversi paesi attraverso strade bianche o a bassa percorrenza veicolare. I cartelli segnaletici forniscono informazioni sul territorio attraverso l’app “Pistaaa”, scaricabile gratuitamente su cellulari Android o IOS e contengono immagini del “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, realizzate da artisti locali. Il progetto della ciclopedonale è stato realizzato e ideato dall’associazione di Promozione Sociale CiòCheVale in collaborazione con 21 amministrazioni comunali.

MunLab – Ecomuseo dell’argilla. Il museo, nato nel 2001 per trasmettere le conoscenze della lavorazione dell’argilla, ha sede negli spazi di archeologia industriale di una fornace centenaria. Svolge attività di ricerca, divulgazione e valorizzazione della memoria dei luoghi e del saper fare locale, delle tematiche ambientali, del design e dell’arte legata al paesaggio e alla terra. Collabora con università, enti artistici e culturali, accoglie tirocini, tesi e percorsi di alta formazione e di ricerca. La Sezione Didattica è attiva da 20 anni con proposte in continua evoluzione e frutto di una progettazione interattiva tra diverse figure professionali coinvolte. Dal 2007 fa parte della Rete degli Ecomusei del Piemonte. Dal 2016 Munlab è aperto al pubblico con un percorso museale e laboratori nell’ambito di  Abbonamento Musei Piemonte (www.munlabtorino.it).

Sulle tracce di Don Bosco

Don Bosco a Cambiano

In gioventù Don Bosco ebbe legami con il cambianese Don Bartolomeo Dassano (1796-1854), nativo di Cambiano (To) e parroco di Castelnuovo d’Asti dal 1827 al 1834. Invitato a predicare a Cambiano nell’agosto del 1859, Giovanni Bosco dovette interrompere il viaggio in treno scendendo a Trofarello per proseguire a piedi sotto la pioggia. Sul medesimo treno viaggiava il Deputato Tommaso Villa che continuò in carrozza e lo invitò a salire. “L’On. Villa restò colpito dalle sue maniere e dalla ritenutezza e gentilezza del suo parlare e giunto a Cambiano gli domandò se pernottasse nel paese, oppure ritornasse indietro la sera stessa. Saputo che doveva ritornare, lo invitò a trovarsi nel tal luogo e all’ora tale per approfittare della sua vettura. D. Bosco accettò, ringraziò e fatta la predica, fu puntuale all’appuntamento“.